Adotta un Banco: grazie alla vostra generosità, finanziato il 1° semestre 2010-2011

di , 10 Maggio 2011 23:15

Siamo felici di aver onorato anche per lo scorso quadrimestre (Set 2010-Feb 2011) il nostro impegno per il mantenimento della scuola di Hagaz.
In data odierna abbiamo infatti provveduto al bonifico di 4.015,00 Euro ai nostri referenti Eritrei.

GRAZIE alla generosità di tutti coloro che in vario modo sostengono il progetto ADOTTA UN BANCO.

Le spese a nostro carico sono però in progressivo aumento a causa della carenza degli altri fondi che insieme a noi sostengono la scuola. Al momento riusciamo a coprire più del 60% delle spese della scuola ed il 100% delle spese dell’asilo. In futuro la quota sarà sicuramente più alta.


Sentiamo forte la responsabilità di questo impegno, ma abbiamo nel cuore il sorriso dei bambini e la possibilità che possano ricevere un’adeguata istruzione.
Crediamo fortemente nella realizzazione di questo progetto, anche grazie al vostro contributo.

COME SOSTENERCI:

per i bonifici: Gruppo Missionario Shaleku – ONLUS BANCA POPOLARE ETICA EU IBAN: IT45 G050 1802 8000 0000 0120 997
5 x mille: C.F.92071360488

Un caro saluto,


Luca, Tina, Andrea, Monica, Stefano L., Stefano M. P.
(il Consiglio Direttivo)
_______________________
AdV Gruppo Missionario Shaleku onlus

13 Maggio: Cena Eritrea per sostegno orfanotrofi

di , 5 Maggio 2011 22:25

Bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero a un livello superiore

di , 14 Aprile 2011 22:12

Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici, non bisogna essere interclassisti, ma schierati, bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero a un livello superiore, non dico a un livello pari a quello dell’attuale classe dirigente, ma superiore, più da uomo, più spirituale più cristiano, più tutto’.

don Lorenzo Milani

Un’altra strage: morti 65 eritrei, i superstiti accusano la Nato

di , 13 Aprile 2011 22:09

Abbandonati in mare per settimane. E lasciati morire di stenti al largo di Tripoli. Come nell’agosto del 2009, è successo di nuovo. Sono ancora eritrei. Stavolta i morti sono 65 e tra le navi accusate di omissione di soccorso ci sono pure i mezzi militari della Nato che incrociano al largo di Tripoli. Nessuno ha fatto niente. La denuncia è di quelle che fanno rabbrividire e arriva direttamente dagli unici superstiti dell’ultimo naufragio avvenuto di fronte alle coste libiche. Sette eritrei, che dal centro di detenzione di Twaisha a Tripoli hanno contattato la diaspora eritrea di Roma e hanno dato l’allarme tramite l’agenzia Habeshia. Il gommone era partito da Tripoli il 25 marzo con 72 passeggeri a bordo, in gran parte eritrei. L’ultima richiesta d’aiuto tramite una chiamata dal telefono satellitare risaliva al 26 marzo nel tardo pomeriggio. In quella occasione l’agenzia Habeshia girò l’allarme alla Guardia costiera di Roma che riuscì a localizzare il segnale del satellitare a circa 60 miglia a nord di Tripoli. Poi il nulla. Per giorni gli eritrei di Roma hanno sollecitato un intervento ma non è stato fatto niente. Fino al pomeriggio del 12 aprile, quando dalla Libia è arrivata la telefonata dei 7 superstiti. Raccontano della morte per stenti di 65 dei 72 passeggeri, comprese donne e bambini. Uno dopo l’altro, dopo due settimane alla deriva. E raccontano di essere stati abbandonati in mare da diverse navi militari, probabilmente quelle della Nato impegnate nelle missioni militari in Libia. E di un elicottero che – raccontano – li ha sorvolati e ha gettato loro delle bottiglie d’acqua, senza però dare l’allarme. Visto che si sono salvati soltanto raggiungendo la costa libica trasportati dalle correnti marine, per poi essere arrestati.
Per l’ennesima volta non è il mare ad uccidere. Ma le omissioni di soccorso dei mezzi militari di fronte alle coste libiche. E adesso la Nato faccia chiarezza. Noi quando abbiamo percorso la rotta Malta Misratah due settimane fa su un peschereccio libicocarico di aiuti umanitari, siamo stati fermati tre volte dalle navi della coalizione militare. Possibile che le barche dirette a Lampedusa siano divenute trasparenti ai loro radar?

http://fortresseurope.blogspot.com/2011/04/i-sette-superstiti.html

ENNESIMA TRAGEDIA IN MARE: PERCHE’ NON E’ STATA EVITATA?

di , 7 Aprile 2011 00:16

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati esprime profondo dolore per una delle più gravi tragedie del mare degli ultimi anni che ha visto scomparire tra le onde, se le stime verranno confermate, 150 persone (ma alcune fonti parlano di 300 migranti).  Dolore che si unisce però a una profonda preoccupazione e anche incredulità.

“Ora mi chiedo, come è stato possibile che in un mare presidiato da flotte internazionali e completamente militarizzato non si sia potuta evitare una tragedia di tali proporzioni, intervenendo tempestivamente a soccorso di quei profughi?” dichiara Savino Pezzotta presidente del CIR. “Quello che deve ora essere accertato è se ci sono state delle violazioni del diritto del mare che, dobbiamo ricordare, obbliga a soccorrere quanti si trovano in condizioni di rischio. E se queste violazioni saranno accertate dovranno anche essere verificate le responsabilità.”

In questo momento crediamo però sia necessario fare un passaggio ulteriore cercando di capire cosa fare per evitare tali tragedie. Non deve essere dimenticato che alla Comunità internazionale da molto tempo era ormai nota la  presenza di circa 5mila rifugiati sub-sahariani in Libia. Già il 28 febbraio il CIR aveva lanciato un appello al governo italiano, alla Commissione Europea e a tutti gli Stati membri per la loro evacuazione umanitaria, una soluzione che permettesse loro di arrivare negli Stati europei attraverso operazioni di soccorso. A questo appello, poi ripetuto anche insieme  all’ECRE (European Council on Refugees and Exiles) dall’inizio delle rivolte in Libia numerose volte sia a livello italiano che comunitario – anche in un incontro diretto con la Commissaria  Malmström, le risposte sono state pochissime. Solo l’Italia s è mossa permettendo l’accesso protetto a circa 115 rifugiati sub-sahariani provenienti dalla Libia. Da parte dell’Europa e degli altri Stati membri il silenzio più assordante.

“Ormai è chiaro, per evitare che i rifugiati continuino a mettere a rischio la loro vita per arrivare in Europa dobbiamo dare loro delle alternative di ingresso protetto” dichiara Christopher Hein direttore del CIR “Altrimenti l’unica alternativa che offriremo loro è quella di attraversare un mare che continua a inghiottire vite. E non credo che questa sia una posizione più sostenibile per paesi democratici e civili”

Roma 6 aprile 2011,

Consiglio Italiano per i Rifugiati

www.cir-onlus.org


Profughi in fuga da Tripoli dispersi in mare

di , 5 Aprile 2011 22:38

In questi giorni stanno circolando le notizie di ritrovamento di circa 70 corpi nelle coste libiche. Quello che noi sappiamo in base alle informazioni che ci provengono da connazionali ancora in Libia questi rinvenimenti di corpi in mare fino ad ora solo 4 persone sono di provenienza Eritrea o Etiopica, gli altri sono di altra nazionalità dell’Africa Occidentale, tra i corpi ripescati in mare ci sono anche asiatici. Quindi non abbiamo elementi tali da collegare questi corpi trovati, con i dispersi peri i quali abbiamo lanciato più volte appello ormai da settimana e più.Mancano ancora all’Appello più di 400 persone, partiti da Tripoli in due diverse date, il primo partito la notte tra il 22 e il 23 marzo un barcone con 335 persone tutti di nazionalità eritrea, il gommone carico di 68 persone di eritrei ed etiopi, i quali partiti la sera circa le ore 22.00 il 25 marzo il sabato hanno lanciato la richiesta di aiuto, i quali dicevano “di essere affamati e assetati con poco carburante che stava finendo”. Questa loro situazione e stata segnalata alla guardia costiera Italiana, la quale grazie alla presenza a bordo del gommone del telefono satellitare ha potuto localizzarli che si trovavano a circa 60 miglia dalla Libia. Quello che mi chiedo io perché non sono stati soccorsi queste persone? Se la guardia costiera italiana ha diffuso a tutti compreso alle navi della NATO, non capisco che impedimento ci fosse stato se questi ultimi vanno a verificare le condizione del gommone e soccorrerli? Mi pare che la missione della NATO in questo momento nel mediterraneo e una missione umanitaria, quindi salvare vite umane che fuggono da guerra e persecuzioni come questi profughi disperati dovrebbe far parte di questa missione. Sono passati 9 giorni dall’ultimo contatto con questo gommone fin ora nessuna notizia.

Ieri ci hanno segnalato di un altro barcone carico di 400 persone partito da Tripoli, che abbiamo già segnalato alla guardia costiera italiana, auspichiamo che si presti il massimo di attenzione che merita queste vite umane.

Don Mussie Zerai

Pubblicato da Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo Lunedì 4 Aprile 2011

Barconi Carichi di Profughi nel Mediterraneo

di , 26 Marzo 2011 22:47

Da giorni si susseguendo notizie di 3-4 barconi carichi di profughi partiti da Tripoli, sappiamo per certo di uno dei barconi con circa 300 persone partito qualche giorno fa e tornata in dietro al porto di Tripoli per guasto al motore, sta mattina ci hanno contattato di un barcone partito sta notte verso le 02.30 sono circa 350 persone maggioranza eritrei, che abbiamo segnalato alla Guardia Costiera Italiana. Siamo preoccupati per le notizie dei barconi che non si trovano. Molti profughi eritrei, etiopi e somali spinti dalla disperazione pur di fuggire dalla guerra in atto.

Pubblicato da agenzia Habeisha il 25 Marzo 2011

Cammino Quaresimale 2011

di , 18 Marzo 2011 23:30

Come Gruppo Shaleku proponiamo ai Soci ed agli Amici un cammino di preparazione per la S. Pasqua 2011.

Se cliccate qui potere scaricare un pieghevole con una preghiera per ogni giorno della settimana.

Inoltre proponiamo il libro “Cercatori del regno” di Francesco Gesualdi (Emi): è il testo che abbiamo deciso di utilizzare nel cammino di preparazione alla Pasqua. Ogni giorno ci accompagneranno i brani della Bibbia e la riflessione di Francesco Gesualdi.

Come è scritto nella presentazione del libro:

“Cercare il Regno e la sua giustizia” è dunque il grande compito di qualsiasi discepolo, un compito che investe ogni dimensione della sua vita.

Perché il Regno, in fondo, è Gesù Cristo.

Un Cristo da riconoscere, e da rendere riconoscibile, nel nostro ambiente di vita, nella società, nella cultura, nelle relazioni centro/periferia. Nel Creato.

La Quaresima è un tempo in cui tale ricerca si fa più consapevole, più attenta, sulle tracce che ci ha lasciato Gesù: con il suo messaggio e pagando di persona.

Vi auguriamo un buon cammino di preparazione alla S. Pasqua!

AVVISO DI CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI

di , 12 Marzo 2011 23:27
A tutti i Soci
LORO INDIRIZZI
 Carissimi Soci,

l’Assemblea ordinaria dei soci dell’Associazione di Volontariato “Gruppo Missionario Shaleku” onlus si terrà in prima convocazione il giorno Domenica 3 Aprile, alle ore 12.00, ed in seconda convocazione, per il giorno stesso, alle ore 17.00, presso i locali della Parrocchia di S. Martino a Vergaio, via di Vergaio 14, a Prato (PO), per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

1. Aggiornamento sui progetti, sulle attività svolte e quelle programmata

2. Programma generale della attività per l’anno 2011-2012

3. Approvazione bilancio

4. Comunicazione ammissione nuovi soci

5. Varie ed eventuali

Crediamo

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infatti che la ricchezza del nostro agire sia proporzionale al contributo che ognuno di noi riesce a portare, per questo è importantissima la vostra presenza.

Qualora siate impossibilitati a partecipare vi prego di farvi rappresentare da una persona di vostra fiducia, purché munita di apposita delega scritta (in allegato).

Un caro saluto,

il Presidente

Luca Tofani

DON ZERAI (HABESHIA), “UE SALVI ANCHE GLI ALTRI PROFUGHI AFRICANI”

di , 10 Marzo 2011 23:26

E’ contento don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, per il salvataggio di 58 rifugiati eritrei, tutti nuclei familiari con 27 minori, atterrati ieri sera a Crotone da Tripoli con un C130 ell’Aeronautica militare italiana. Oggi chiede ai Paesi dell’Unione europea, in un appello lanciato tramite il SIR, “di fare altrettanto per evacuare dalla Libia tutti i 2000 eritrei a Tripoli e, se possibile, anche 500 eritrei, somali ed etiopi che sono in grave difficoltà a Bengasi”. Da settimane, infatti, il vicario apostolico di Tripoli mons. Giovanni Martinelli e don Zerai stanno cercando di salvare migliaia di profughi africani, in particolare del Corno d’Africa, bloccati in Libia dopo i respingimenti italiani e scambiati nel corso delle proteste per mercenari al soldo di Gheddafi. L’evacuazione umanitaria di ieri sera è stata coordinata dall’ambasciata italiana a Tripoli, dal Consiglio italiano per i rifugiati, dall’Agenzia Habeshia e dalla Chiesa in Libia, che ha censito i profughi. Per i 58 a Crotone è già partita la procedura per la richiesta dell’asilo politico. Don Zerai andrà a Crotone la settimana prossima. Per ora ha contattato telefonicamente alcuni di loro: “Raccontano di varie aggressioni subite in strade, di furti, rapimenti. Hanno paura di uscire di casa, per cui non possono ricevere aiuti in denaro dalle famiglie e soffrono la fame”.

Fonte: SIR

Gruppo Missionario Shaleku - via di Gherardo, 16 Prato

per eventuali donazioni: BANCA POPOLARE ETICA - Filiale di Firenze -EU IBAN: IT45 G050 1802 8000 0000 0120 997